Iniziamo con la definizione di cosa significhi essere un “Full Stack Developer”, attingendo da ChatGPT:
I "full stack developer" sono sviluppatori software che hanno competenze sia nel front-end che nel back-end dello sviluppo web o di applicazioni software. In altre parole, sono in grado di lavorare su tutte le parti di un'applicazione o di un sito web, dal lato client che viene eseguito nel browser dell'utente (front-end) al lato server (back-end) che gestisce la logica di business e l'accesso ai dati.
Il mio approccio col termine Full Stack Developer
In un determinato periodo della mia carriera, questa definizione rispecchiava perfettamente il mio stato d’animo, era ciò che sentivo di essere e ciò che desideravo che gli altri percepissero quando mi osservavano. Orgoglioso di questo status, inserivo tale qualifica nel mio curriculum vitae, quasi come quando si ottiene un voto eccellente a scuola e si desidera condividerlo con la propria famiglia.
Col trascorrere del tempo ho scoperto che il fascino di questa definizione ha conquistato il cuore di molte persone, principalmente a causa di un pensiero comune: il Full Stack è un programmatore completo e, per le aziende, assumere un Full Stack Developer rappresenta un valore aggiunto.
Se assegno a questo tipo di programmatore un progetto, lui è in grado di gestire in modo autonomo tutti gli aspetti dello sviluppo software: è come avere un intero team di sviluppo racchiuso in un’unica persona!
Col tempo mi sono accorto che questo approccio poteva avere un senso quando i progetti erano semplici e le tecnologie poco numerose.
Per chi volesse leggere l'intero articolo vi lascio il link su Codemotion Magazine Il Mito del Full Stack Developer: una realtà scomoda
Il Mito del Full Stack Developer: una realtà scomoda
Il termine “Full Stack Developer” ha subito una trasformazione radicale che merita un’accurata riflessione.
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